Art by ScottPurdy |
I PROTAGONISTI
Federico Tiepolo, un giovane membro
dell’Inquisizione della Repubblica
Ghiso Calabraga, un poco di buono dall’animo
gentile
Giuseppe de’Ferrai, il maestro di spada a
Palazzo Volpe
S’infittisce, eccome!
Partiamo con Ghiso e Giuseppe, che
vanno a far visita ad Orlando l’acchiappatopi nella speranza di ottenere
qualche informazione in più su Piso, cugino del primo da tempo misteriosamente
scomparso; Ghiso ha un Belief che lo spinge a cercare il parente perduto, ma
nonostante I metodi non proprio gentili con i quali Orlando viene interrogato –
metodi che fanno guadagnare ai Nostri occhiatacce ostili da parte degli altri
acchiappatopi presenti all’incontro – è possibile soltanto apprendere che Piso
è tenuto prigioniero dagli Uomini-Ratto. Chiarisco a questo punto ad Enrico, il
giocatore di Ghiso (e pure di Piso, durante la prima campagna vindiziana), che
Orlando davvero non sa altro; Enrico mi risponde di esserne convinto, ma che
Ghiso invece non lo è affatto. Molto interessante!
La sera, poi, Ghiso scopre che suo
figlio Niccolò è scomparso assieme a tre amichetti nei cunicoli che si dipanano
sotto la città. Sapendo perfettamente quanto pericolosi siano i suddetti
tunnel, il gruppo al completo si mette alla ricerca degli imprudenti ragazzini.
Dopo un tiro fallito, i quattro pargoli vengono sì ritrovati, ma nella tana di
un enorme ragno che, tra uno schiocco e l’altro dei suoi minacciosi cheliceri,
non trova di meglio che mettersi a fare conversazione. Viene fuori che l’antica
creatura la sa lunga sia sul Maestro Nero (che pare sia alla febbrile ricerca
di qualcosa) che su come raggiungere l’isola degli Uomini-Ratto, ma come
pagamento per le preziosissime informazioni vuole tenersi per sé un paio di
succulenti bambini…
Lo scambio viene con sdegno respinto
sia da Ghiso che da Giuseppe (mentre Federico è già più possibilista). Il primo
vuole tra l’altro proteggere suo figlio e garantirgli una vita migliore della
propria, ed è disposto per questo a rischiare la sorte dell’intera città.
Eccellente! Ghiso guadagna un punto di Persona per aver giocato il suo dilemma
interiore, e il gruppetto torna in superficie sano e salvo.
Il giorno seguente è Federico a
prendere l’iniziativa: accompagnato da Ghiso, lo scudiero spiantato va a far
visita a Stenio Selvo, un vecchio nobile che il Nostro sa aver partecipato alla
caduta della sua famiglia. Messo con le spalle al muro, Selvo si dichiara
immediatamente pentito e desideroso di aiutare Federico in ogni modo possibile.
È ovvio che sta mentendo, e non ho problemi a metterne Diego (il giocatore di
Federico) al corrente, chiedendogli però che cosa intenda fare adesso. Alla
fine Federico prova a raggirare il (mancato) raggiratore, ma il suo tentativo
non riesce; come da accordi presi prima del tiro, il fallimento procura
indirettamente al Maestro Nero un po’ di tempo in più per le sue ricerche.
Il passo successivo vede sempre
Federico in azione: la meta è stavolta Palazzo Foscari, dove il Nostro chiede
ed ottiene un colloquio con Quintilia, la capo famiglia. Avendo saputo del
coinvolgimento della propria famiglia in una congiura che una trentina d’anni
prima depose un doge appartenente ai Foscari, dando così inizio al lento
declino della casata, Federico racconta tutto alla nobildonna; lo scopo è anche
prevenire una mossa in tal senso da parte di avversari che vogliano screditarlo
(il pensiero corre subito ad Egidio Volpe, il cui invito alla collaborazione il
giovane Tiepolo ha respinto nella sessione scorsa), ma Quintilia Foscari
stabilisce un prezzo assai alto per il suo perdono: se Federico vorrà mantenere
l’amicizia dei Foscari dovrà utilizzare la sua novella posizione all’interno
dell’Inquisizione cittadina (un misto tra la polizia e il controspionaggio) per
screditare una famiglia patrizia, che la Foscari vuole sostituire all’interno
del governo della Placidissima con una schiatta a lei fedele. Mica da ridere.
Dopo averci pensato un po’ su (non
molto, a dire la verità) il Nostro accetta.
Giuseppe è nel frattempo, durante lo
svolgimento dei suoi compiti a Palazzo Volpe, venuto a sapere che Gualterio
Neratesta, losco sicario di Trinacria nonché guardia del corpo di Egidio Volpe
ed acerrimo avversario del Nostro, ha un debole per una cameriera di palazzo,
tale Lisetta. Vedremo se in futuro Luigi (il giocatore di Giuseppe) vorrà
sfruttare in qualche modo l’informazione. Uno dei suoi Belief è, del resto,
“Dare il fatto suo a Gualterio”.
Ed ora comincia la ricerca di un
modo per screditare i Minio, la famiglia che Federico deve infamare per mantenere
l’amicizia dei Foscari. Si decide di far saltare fuori qualcuno che conosca gli
oscuri segreti delle famiglie patrizie della città, e dopo un tiro riuscito di
Circles ecco comparire Teobaldo. Diego, avendo ottenuto un risultato davvero
buono con i dadi, ha la facoltà di decidere il nome del contatto e chi costui
sia (nonché di ritrovarlo con maggiore facilità in futuro), e quindi stabilisce
che si tratta di un monaco predicatore che frequenta i palazzi nobiliari.
Teobaldo rivela ai Nostri che i Minio vendono notizie riservate ai dignitari di
potenze straniere. Bingo!
Dopo qualche discussione prevale la
scelta di fingersi appunto diplomatici forestieri e di far mostra di voler
acquistare informazioni segrete e cogliere così i Minio con le mani nel sacco,
ma la cosa non è facile, anche perché Federico ha voluto finora evitare di
mettere l’Inquisizione al corrente della sua iniziativa; ciò gli ha risparmiato
domande scomode da parte dei suoi superiori, ma gli ha anche impedito di
ricorrere alle risorse dell’Inquisizione stessa.
Ghiso trova, tra i suoi contatti, un
falsario che potrebbe fornire documenti atti a facilitare l’impresa, ma il tiro
di Risorse richiesto (a Ob3) fallisce. Concedo al gruppo il cosiddetto Gift of kindness (offro loro, cioè, di
scegliere se racimolare comunque il denaro necessario, pur subendo le
conseguenze del fallimento, che ridurrà temporaneamente le loro Risorse; oppure
di rinunciare all’acquisto mantenendo però le Risorse intatte), e qui la cosa
si fa davvero interessante. Giuseppe, infatti, possiede il tratto Avaro, e, scegliendo di giocarlo fino in
fondo, si tira indietro dall’affare in modo da non vedere compromessi i suoi
risparmi. Ciò fa fallire l’acquisto e costringe i nostri amici a cercare
un’altra strada (viene deciso cioè di coinvolgere l’Inquisizione), e frutta al
giocatore di Giuseppe un bel punto di Fato per aver dato all’avventura una
svolta inaspettata. Ben fatto!
La prossima volta vedremo come la
vicenda dei Minio andrà a finire, e siccome abbiamo in animo di fare una
notturna (vale a dire di giocare da sera all’alba del giorno dopo), sono certo
che accadranno un bel po’ di cose degne di nota!