martedì 21 luglio 2015

Burning Vindizia - sessioni 7-9

I PROTAGONISTI
Federico Tiepolo, uno scudiero ridotto in miseria
Ghiso Calabraga, un poco di buono dall’animo gentile
Giuseppe de’Ferrai, un ambizioso spadaccino ligustico

Questo blog è rimasto silente fin troppo a lungo, soprattutto a causa dei miei forsennati ritmi di lavoro che non mi hanno lasciato tempo per giocare. L’estate, però, porta assieme alle ferie ed alla calura anche l’occasione di rispolverare i dadi, ed ecco che nelle ultime settimane si è finalmente riusciti a seguitare la nostra campagna vindiziana. E se la ripresa è stata inizialmente un po’ lenta, il ritmo degli eventi è ben presto diventato vorticoso.

Dopo un brevissimo ritorno al Tempio del Cavaliere, dove la misteriosa scritta in capitolino viene copiata e successivamente presentata a qualcuno che sia in grado di tradurla, i Nostri si mettono in azione per liberare Zeno lo Sfuggente, ex capo dei Contrabbandieri di Chiaggia ora esautorato dal violento Donato Testaquadra. Penetrati una volta di più nei sotterranei di Villa Alviani, i tre compari portano a termine la missione con grande efficienza, salvando il povero Zeno e sbaragliando la mezza dozzina di sgherri della Fratellanza dei Coltelli incaricati di sorvegliarlo.
Mentre Ghiso si occupa di Zeno ed escogita un piano per reinsediarlo, Giuseppe e Federico decidono di sfidare Molosso Tagliaossa, il capo della temuta Fratellanza dei Coltelli, colpendolo attraverso due dei suoi fratelli, Alano e Dogo. Prima di occuparsi della faccenda, però, Giuseppe avanza la sua candidatura per il posto di maestro di Spada presso i Volpe, la famiglia più potente della città; i duelli che porteranno alla selezione del vincitore avranno inizio di lì ad una settimana.

Lo scudiero e lo spadaccino cercano informazioni sui loro obiettivi, ma vengono ingannati e attratti in un’imboscata a causa di un tiro fallito di Circles. Con freddezza e sprezzo del pericolo, tuttavia, i due riescono a ribaltare la rischiosissima situazione, a uccidere o volgere in fuga gli sgherri della Fratellanza e a catturare Alano e Dogo, incautamente presenti all’agguato e convinti di non correre alcun pericolo. Ah, la hubris! Dopo questo inaspettato e spettacolare successo, i prigionieri vengono portati al palazzo dell’Inquisizione cittadina; qui Corrado Corner, dopo una notte d’interrogatorio (non sempre garbato) riesce a strappare loro informazioni sufficienti a localizzare il nascondiglio di Molosso, e comincia a formulare un piano che entro tre giorni porti alla cattura del pericoloso criminale, peraltro alleato del Maestro Nero, il negromante che fa tremare tutta Vindizia.
Federico e Giuseppe ritengono però che tre giorni siano davvero troppi, e in un fulminante scambio verbale convincono l’inquisitore ad agire quanto prima. Si decide infine che i Nostri potranno condurre l’attacco come e quando vorranno, ma che Corner lascerà loro ogni responsabilità nel caso l’operazione fallisca.

Ghiso, nel frattempo, ha radunato tutti coloro che sono rimasti fedeli a Zeno, e con questi si è presentato sull’isola di Murello, dove è situato il covo dei Contrabbandieri di Chiaggia. Donato Testaquadra viene catturato e portato al palazzo dell’Inquisizione, e Zeno lo sfuggente è di nuovo al suo posto. E Ghiso si prende un punto di Persona per il disturbo!

L’attacco al nascondiglio di Molosso viene velocemente pianificato e messo in atto con la collaborazione di tutti e tre i nostri amici, da Federico che tra le sue conoscenze scova un giovane nobile capace di guidare i soldati forniti da Corner, a Ghiso e Giuseppe che, spada alla mano, guidano l’assalto. Lo spadaccino di Zenova si trova addirittura a combattere con Molosso stesso. Il capo della Fratellanza dei Coltelli viene repentinamente ferito e volto in fuga, ma non va lontano: pur essendosi gettato in un canale viene raggiunto e catturato da Giuseppe, e l’impresa viene così conclusa con un trionfale successo. I Nostri tornano vittoriosi da Corner e ricevono ricompense e onori: ciascuno acquisisce una Reputazione, Giuseppe una spada di buona qualità, Federico un’Affiliazione all’Inquisizione, per la quale decide di lavorare, e Ghiso chiede ed ottiene che suo figlio Niccolò venga accolto come paggio presso una delle famiglie patrizie della città. Molto bello e molto toccante. Bravo Enrico.


L’ultima nota riguarda Molosso Tagliaossa, che Corner si apprestava ad interrogare: l’ex capo della Fratellanza dei Coltelli viene trovato morto nella sua cella. Chi sarà stato? C’è da indagare, e ciò significa naturalmente nuove avventure vindiziane!

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