lunedì 28 aprile 2014

Chi ha paura della Vecchia Scuola?

Anche questa è una "vecchia scuola"!
Verso la fine di febbraio mi aveva contattato qui in Germania un giocatore che (parole sue) si era riconosciuto nel profilo da me pubblicato su un forum locale nella speranza di mettere su un gruppo nella città dove vivo attualmente. I tentativi di gioco precedenti non erano andati a buon fine: il Master in pectore, un collega, era troppo impegnato per cominciare davvero con le avventure, e così ci eravamo limitati a creare i personaggi. Stavolta, con due giocatori nuovi (quello che mi aveva contattato sul forum e la di lui compagna) e due del gruppo mai partito (entrambi miei colleghi) si era riusciti a trovare persino una data d’inizio della campagna, e siccome l’unico ad avere del materiale pronto ero io, avrei fatto io da Master. E fin qui tutto bene.
Mi sarei dovuto però accorgere subito che qualcosa non quadrava: i due nuovi arrivati mi fecero avere, dopo la prima sessione, i background dei loro personaggi: background interessanti, ma che fissavano degli obiettivi piuttosto al di là degli scopi della campagna (la quale era, nelle mie intenzioni, il medesimo Deserto di Cenere che già stavo giocando su Hangouts con i miei amici). Mi dissi però che sarei riuscito ad integrare in qualche modo il nuovo materiale pervenutomi con quanto avevo già progettato, e mi diedi da fare per trovare agganci d’avventure che coinvolgessero i personaggi facendo riferimento al loro background.
Per farla breve: dopo la quarta sessione l’atmosfera al tavolo di gioco non era delle migliori, e per ribadire la mia Weltanschauung ludica, nonché per trovare eventualmente una via di mezzo che mettesse tutti d’accordo, stilai un elenco delle mie preferenze in materia di gioco (tutto alquanto Vecchia Scuola, ovviamente), invitando i giocatori a fare altrettanto. Ebbi uno scambio di mail con i due nuovi, da cui venne fuori che loro si aspettavano una storia! Una storia!
Altro che la sacra libertà totale della Vecchia Scuola!
Era chiaro che non ci si era capiti (anche se il mio profilo sul forum parla molto chiaro), ma devo ammettere di esserci rimasto male: mi è dispiaciuto perdere due giocatori con i quali, gioco a parte, si andava davvero d’accordo, e ho cominciato a chiedermi se avrei dovuto essere fin da subito meno accomodante (avremmo tutti perso meno tempo, probabilmente, sempre che di tempo perso si possa parlare) oppure addirittura più accomodante, abbandonando (o rintuzzando) le mie propensioni OSR in favore di uno stile di gioco diverso.
Forse il mio errore è stato pensare che l’amata Vecchia Scuola potesse andare bene a tutti tout court, e quest’episodio mi ha fatto sorgere molti dubbi. Non sulla validità della Vecchia Scuola, che continuo a preferire agli altri stili di gioco, bensì sull’opportunità di proporla a giocatori che non condividano per essa la mia stessa passione.

Anche in conseguenza di ciò ho proposto un esperimento agli amici del Deserto di Cenere/Hangouts: giocare due sessioni di una campagna da me progettata cinque anni fa per un altro gruppo; a quei tempi non conoscevo la OSR, e lo stile delle mie avventure era più narrativo. Anziché D&D3.5, sistema adottato allora, ho optato per Reami Misteriosi (la mia personale versione di MERP/Rolemaster); abbiamo giocato due volte, e se non vado errato proseguiremo l’esperimento e accantoneremo, almeno per un po’, il Deserto di Cenere. Non mi lamento, sia ben chiaro: il sistema mi piace molto, la campagna è solida e soprattutto gioco con i miei amici.

Mi chiedo però se qui in Germania riuscirò prima o poi a portare avanti una campagna in stile Vecchia Scuola: si tratta di un’impresa più difficile di quanto pensassi... ma non occorre aggiungere che non mi arrenderò alle prime difficoltà, vero?

3 commenti:

  1. Mi dispiace per te, purtroppo ogni tanto sorgono incomprensioni nonostante le migliori intenzioni.
    Forse suonerà come un rant, ma credo che l'ambiente dei gdr sia stato gravemente danneggiato da un atteggiamento che si è insinuato nell'hobby penso fra gli anni '90 e 2000.
    Non parlo dell'esigenza di una storia (alla fine ognuno cerca quello che più gli aggrada dal proprio passatempo), ma dell'idea che tutti i gdr siano uguali. Che, al di là di qualche differenza estetica minore, come il tipo di dadi usati o l'ambientazione, i gdr si giochino tutti allo stesso o modo ed esattamente per lo stesso motivo.
    Per me hai fatto bene a mettere la cose in chiaro, è un peccato che loro non abbiano deciso di provare qualcosa di nuovo vedendo cosa succedeva accantonando la loro ricerca di storia a tutti i costi.

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  2. Trovo la tua idea molto interessante, e la condivido: non tutti i gdr sono uguali, e non tutti i gdr vengono giocati per lo stesso motivo.
    Immagino che avere già in mente ciò che si vuole (o che non si vuole) possa aiutare ad evitare situazioni spiacevoli all'interno del gruppo, specialmente se si tratta di un gruppo di recentissima formazione...

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  3. Avevo già letto in passato il tuo manifesto, e già allora ne avevo condiviso in pieno le idee.
    Credo che molti giocatori si trovino spiazzati se viene detto loro che sono semplicemente liberi di affrontare il mondo (o meglio: quella fetta di mondo che il Master ha preparato) come meglio credono, e si sentono invece più a proprio agio se vengono condotti per mano lungo un percorso "narrativo" più o meno rigido.

    Mi sa che la prossima volta farò leggere anch'io ai giocatori il tuo manifesto... sono sicuro che così eviteremo sorprese da entrambe le parti!

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