mercoledì 14 gennaio 2015

Burning Vindizia - sessione 6a

I PROTAGONISTI
Federico Tiepolo, uno scudiero ridotto in miseria

Ecco la seconda parte delle avventure in solitaria di Federico, lo scudiero più spregiudicato di tutta Vindizia!

L’indizio avventurosamente guadagnato porta il Nostro alla bottega del marmista Soler, che secondo il documento era una trentina d’anni prima stato incaricato di fabbricare un sepolcro in marmo bianco in una località segreta. Si trattava dello zio dell’attuale proprietario, da allora scomparso e ormai dato per morto. La testa piena di pensieri e di congetture, Federico stabilisce di fare una visita alle cripte del Tempio del Cavaliere. Il vecchio Stenio Selvo, alla festa, gli aveva raccomandato di andarci armato, e così il Nostro vuole trovare un paio di persone che, in cambio di un’equa divisione del bottino (che ogni cripta che si rispetti offre in quantità), lo accompagnino nell’impresa. La difficoltà sta nei costi e negli elevati Ob dei tiri di Circles e Risorse richiesti, e quindi, molto astutamente, Federico prova a mettersi in contatto con Corrado Corner, l’inquisitore, onde possa da questi ottenere un permesso ufficiale per fare visita all’isoletta del tempio, l’accesso alla quale è normalmente proibito. Corner viene trovato, ma la storiella che il Nostro gli racconta, chiamando in causa la lotta al Maestro Nero, non lo convince. Il permesso viene comunque accordato (e mi serbo qualche succulenta complicazione per il futuro), e lo scudiero riesce, entro pochi giorni, a racimolare un barcaiolo e due Magiari che rispondono ai nomi di András e István; costoro sono male in arnese e chiaramente bisognosi di quattrini, ma almeno sono armati e non hanno neppure l’aria troppo losca.
La spedizione, prevista per la sera stessa, deve essere tuttavia ritardata di qualche ora a causa di un urgente invito a cena che Federico riceve dalla famiglia della sua amata, Giuditta. Il padre della giovane patrizia, pur favorevole al matrimonio, vuole infatti che il Nostro dia prova di sé, e lo faccia eliminando il famigerato Maestro Nero! Del resto, la protezione che costui offre alle bande criminali di Vindizia ha ormai reso queste ultime audaci e pericolose: la Fratellanza dei Coltelli, per esempio, ha pochi giorni fa cercato di appiccare il fuoco al magazzino di un noto mercante di stoffe, ed è stata fermata soltanto dal coraggioso intervento delle guardie. La situazione è chiaramente intollerabile.
Il Nostro, se vorrà sposare la sua promessa, dovrà quindi dimostrare di essere un uomo degno e valoroso; e può anche darsi che un’impresa del genere lo riavvicini alla propria famiglia. Federico accetta, rassicura Giuditta e si appresta a partire per il Tempio del Cavaliere.

I tre compari lo stanno aspettando nel canale convenuto, e nonostante per scaldarsi abbiano bevuto un po’ non sono ancora brilli (abbiamo tirato un Dado del Fato per determinarlo, e purtroppo tutti e tre sono risultati essere padroni di sé). Il barcaiolo, però, ostacolato dalla nebbia, fallisce il tiro di Pilotaggio, e decido quindi che si avvicina con troppa velocità al tempio (essendo l’isola su cui sorge quasi sommersa, l’edificio stesso è semiallagato: l’acqua ha raggiunto la navata e solo l’abside, rialzata, è relativamente all’asciutto); l’urto scuote l’imbarcazione e tutti devono superare un test per non perdere qualche oggetto utile o addirittura finire in acqua. Neanche stavolta, tuttavia, accade alcunché d’interessante, e mentre il barcaiolo aspetta all’esterno il terzetto di intrepidi esploratori (Federico, András e István) s’inoltra nel tempio e scende nelle cripte.
Per evitare di perdere tempo con mappe ed esplorazioni “Vecchia Scuola” (per le quali ho un debole, ma che qui sarebbero poco appropriate) suddivido le cripte grosso modo in tre aree, e spiego a Diego (il giocatore di Federico) che è possibile cercare tesori in ognuna di esse, usando Scavenging o Loot-wise; il tempo richiesto varia a seconda della grandezza dell’area esplorata, e un fallimento comporta qualche pericolosa complicazione, come l’attivazione di una trappola o un brutto incontro. Diego decide di cominciare a tirare per la parte più ampia del sotterraneo, e con sei successi su 6D (impiegando il Tratto Scavenger di István e usando un punto di Fato), il terzetto riesce a mettere le mani su anelli, monili e amuleti, tutti strappati senza troppo ritegno ai loro defunti proprietari (sto pensando seriamente di proporre Federico per il Tratto Senza scrupoli, o qualcosa del genere…).
Le cripte, però, non sono un parco giochi, ed ecco che all’improvviso (ma non del tutto inaspettatamente) i tre tombaroli incappano in una coppia di cadaveri che, anziché starsene tranquilla nella propria bara, se ne va allegramente a passeggio. La visione è talmente orribile e spaventosa da richiedere un tiro di Steel: István fugge via urlando, mentre Federico e András decidono di rimanere lì fermi a bocca aperta, sperando di non venire fatti a pezzi prima di poter reagire. Il nostro scudiero è il primo a riprendersi. La cotta di maglia, pur restando lievemente danneggiata, lo salva più di una volta (tre o quattro volte, direi) dagli attacchi del morto vivente, e dopo tre Scambi serrati il nostro, senza aver subito un graffio, riesce a mettere a segno un colpo poderoso (4 successi su 4D d’attacco) che finalmente danneggia la creatura, altrimenti immune alle ferite superficiali fino a quel momento inflittele. Il povero András è nel frattempo caduto sotto gli attacchi dell’altro non morto (abbiamo risolto la cosa con un Bloody Versus, vale a dire la versione intermedia tra le regole di combattimento semplificate e quelle complesse, adoperate invece per Federico), ma nonostante l’esitazione davanti alla sanguinosa morte del compagno e la presenza di ben due avversari, lo scudiero riesce, nel Bloody Versus che segue (a questo punto vogliamo velocizzare lo scontro, che prosegue, mail dopo mail, da circa tre giorni!) a cavarsela brillantemente con due successi su 4D in difesa e ben quattro successi su 5D in attacco (mettendoci anche un punto di Persona). Un cadavere ambulante viene spacciato e l’altro chiuso in un sarcofago dal quale non potrà uscire se non con enorme difficoltà. Federico è padrone del campo!

Il Nostro non perde tempo: rovista nelle tasche del defunto András alla ricerca del bottino a questi affidato e poi, scovato István che si nascondeva piagnucolante in un cantuccio, prova a convincere quest’ultimo che l’esplorazione deve proseguire. La parlantina dello scudiero è ancora una volta determinante, e accompagnato dal tremebondo Magiaro, Federico dedica quasi due ore all’accurato esame della parte di cripte che rimane: nessun tesoro viene qui trovato, e il fallimento del test mi darà presto l’occasione per un tiro mancino. Quanto mi piace questo gioco.
L’elemento veramente insolito nel quale i due tombaroli incappano è uno stretto ponte di pietra, lungo una decina di metri, che scavalca una grande vasca di acqua scura e raggiunge una piccola stanza. Qui è contenuto un massiccio sarcofago di marmo bianco, scoperchiato, che diventa subito l’oggetto delle attenzioni del Nostro. Il sepolcro reca lo stemma della famiglia Foscari, un tempo assai importante a Vindizia, e a cui Federico è legato da vincoli d’affetto e di lealtà (avendo il Maestro Nero vilmente ucciso Ser Gismondo Foscari, il cavaliere del quale il giovane Tiepolo era allora al servizio!). Una scritta, probabilmente in capitolino, il linguaggio dei dotti, sfugge alla comprensione del nostro amico, ma così non è per i quattro stemmi di altrettante famiglia vindiziane, scolpiti in una posizione quasi nascosta all’interno del coperchio. Con un magistrale tiro di Araldica Federico le riconosce tutte e quattro: Volpe, Selvo, Tradonico e… Tiepolo!
In quell’istante la lanterna si spegne (ricordate il test fallito di poc’anzi?), e nella terrificante oscurità delle cripte i due compari devono cercare tentoni l’uscita. Chiedo a Diego di fare due test collegati: uno di Volontà Ob3 per tenere i nervi saldi, seguito da uno di Percezione Ob4 per trovare l’uscita; il prezzo del fallimento può variare dalla perdita di qualche oggetto, a quella del povero István, alla partenza del barcaiolo, stanco di aspettare al freddo. La fortuna lo assiste di nuovo: il primo test viene superato e il secondo fallito di un singolo punto (seppur questo gli costi un punto di Fato), e Federico, seguito dal terrorizzato István, raggiunge l’uscita del tempio avendo perso esclusivamente l’elmo, che si era cavato per meglio studiare il sarcofago.
Il Nostro a questo punto è però esasperato e deluso, e riversa tutta la sua amarezza sul suo compagno di ventura, accusandolo, non proprio a torto, di codardia e di negligenza (sua era la lanterna rimasta improvvisamente senz’olio); lo scudiero pretende di tenere per sé, a titolo di risarcimento, l’intero ammontare dei tesori ritrovati, mentre István ovviamente non ci sta, e anzi dichiara che a lui spetta anche la parte del defunto András, affinché la possa recare alla famiglia di questi. I due battibeccano selvaggiamente, scambiandosi accuse e riversando l’uno sull’altro la propria frustrazione (a proposito: Diego, è stata una scena da manuale!), ma alla fine è Federico a prevalere pur con un compromesso: si terrà il bottino appartenuto ad András, mentre István dovrà accontentarsi di quanto ha trovato. Senza parlarsi, i tombaroli salgono sulla barca e tornano a Vindizia sotto un gelido nevischio che il vento del Nord sta portando sulla città.


Concludiamo a questo punto con l’Artha: ben tre punti di Fato per aver ben giocato due Belief e un Istinto (quello di “non rifiutare mai l’invito di una dama”: il tempo perso a cena presso la famiglia di Giuditta ha messo in difficoltà l’intera spedizione) e un punto di Persona per avere raggiunto l’obiettivo di arraffare tutti i tesori possibili al Tempio del Cavaliere. Questo, e il fatto che la Persuasione di Federico è salita a 5, mi paiono indicare che la sessione è stata in fin dei conti piuttosto fruttuosa!

9 commenti:

  1. Assolutamente a favore per il Senza Scrupoli: non solo prima "piega" (per non dire "rompe") l'accordo d'un DoW, ma poi si mette a depredar tombe ed a derubare degli averi i servitori caduti.
    Spregiudicato è dir poco!
    (Grande Old!)

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  2. Davvero senza remore, i veri eroi di Vindizia siamo noi, e farò in modo che tutti sappiano con chi sdebitasi. :P

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  3. Quelli che rischiano di far fallire imboscata polizia per contrattare su merci che non avrebbero cmq preso.
    Cmq anche io d'accordo con tratto e anche abolizione pragmatico.
    Io nn voglio diventare eroe, chiedo solo di essere nobile(ok) ricco e vivere tranquillo con mia sposa e la testa del maestro nero sul caminetto

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  4. ahò passi negli sms, ma nei post due articoli e congiunzioni puoi pure metterceli :P

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  5. e ad ogni modo non erano gli eroi di Vindizia a contrattare, un eroe non contratta, accetta graziosamente un omaggio. :D

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  6. E poi, scusa, ma non credo sia così nobile non tener fede alla parola data alla propria sorella, sangue del tuo sangue!
    Anche mettersi a depredar tombe poi...
    :P

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  7. Ha ragione il Siòr De Ferrai, i veri eroi a Vindizia siamo noi!

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  8. Il che la dice lunga, povera Vindizia... ;)

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